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Un locale che era una casa e l'orso Morani

Giorgia Fazzini

Chiunque abbia mai trovato casa in un locale, riconoscendovi musica, immagini e parole, sa d’aver incontrato almeno una buona fortuna, nella sua vita. Una fortuna d’aiuto a sentimenti e pensieri, cui spesso basta apparentemente poco per poter realizzare “molto più di tanto”. Dal 1985 al 1999 Spaziomusica di Pavia (che prosegue ora con altra gestione) è stato sicuramente questo, più che un locale un rifugio, o meglio una tana per bestie selvatiche unite da quel po’ di note e quel po’ di ideali.

“Per chi l’ha visto e per chi non c’era” ora ne esiste un libro-documento, in cui Daniela Bonanni ha saputo raccogliere – testa dura e passione a manetta come gens friulana vuole – centinaia di testimonianze e immagini. Il risultato sono oltre cinquecento pagine di ricordi e sfottò, concerti e acrobazie, passioni e risate, che han saputo fare di uno spazio lo Spazio.

Fra jazz e canzone d’autore, blues e rock, teatro e tentativi, eccetera eccetera; avventori adottati e bagni glaciali, nomi più che noti e splendidi sconosciuti, notti più lunghe del sostenibile e jam session come poche volte talento e disponibilità concedono con eguali sorrisi… Spaziomusica e i suoi mille aneddoti, punto amico di tanti musicisti in dayoff, italiani e non; e su tutto e in tutto, il carisma di Bruno Morani (l’anima del progetto, con Daniela), orso cui è dedicato oltre che il libro, anche più di un pezzo di cuore di questi molti che han voluto dir la loro.

Da Fabio Treves a Francesco Guccini, da Mauro Pagani a Gene Gnocchi, dai ragazzi dell’Università a quelli che rimarranno “ragazzi” sempre, da da da… Il documento, bello e vero come una storia, di un’avventura dall’umanità e dai risultati straordinari, alla faccia delle menate che troppo spesso affollano e sputtanano “il grande mondo dello spettacolo”.

Un chilo e seicento grammi di emozioni, dall’altissimo potere contagioso; che sappiate di Spaziomusica, abbiate mai trovato casa in un locale, conosciate il retrobottega di questo strano mondo che spesso assomiglia ad un bivacco ma quasi mai rifiuta l’entusiasmo, oppure – e qui sta il bello – no. Perché il “no” durerà pochissimo, forse il tempo di girare la copertina.

Ah, tanto per confermare che la passione non gioca a carte volentieri col denaro, tale bendiddio costa solo 15 euro: esatto, una vera, meravigliosa, follia. Abbiatene curiosità (e cura), vi farà bene.